Vetrate Artistiche per la “Minor Hierusalem”

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Da un paio d’anni è tornato in auge, grazie ad una ricerca di don Martino Signoretto vicario episcopale, un appellativo della città di Verona che risale a metà XV secolo, quando venne associato allo stemma della città, sebbene sembra sia legato ad una tradizione del IX secolo: Verona Minor Hierusalem. Sembrerebbe che i pellegrini veronesi i ritorno dalla Terra Santa individuassero in città dei luoghi che ricordavano loro i siti visitati. Sembrerebbe che fu l’arcidiacono Pacifico (tradotto Ireneo in latino e Salomone in Ebraico, particolare che lo renderebbe “il Salomone della minor hierusalem”) ad organizzare nel IX secolo questi luoghi:

  1. L’Eremo di San Rocchetto: questo luogo rievoca il luogo della crocifissione, il Golgota. In questo luogo i pellegrini stessi una volta tornati dalla Terrasanta decisero di erigere tre croci e un sepolcro. Sebbene i resti più antichi oggi risalgano al XIV secolo, la memoria di queste installazioni è presente all’interno della chiesa ma soprattutto si riscontra nel nome del monte sul quale è stata eretta: Cavro, contrazione di Calvario. Non sono presenti vetrate degne di nota.
  2. La chiesa di Santa Maria di Nazareth rievoca l’episodio dell’Annunciazione. La chiesa risale all’anno 876 ed è stata eretta fuori dalle mura della città. La sua particolarità sta nella posizione antistante un’altra chiesa dedicata all’arcangelo Gabriele a sua volta vicina ad una fontana: questa disposizione è molto simile a quella di Nazareth in Terra Santa. Attualmente tutto il complesso appartiene all’Opera don Calabria.
  3. La chiesa di San Zeno in Monte, anche in questo caso strettamente legata all’Opera don Calabria, era un tempo Santa Maria di Betlemme e rievoca la nascita di Gesù. Di questa sappiamo che fino al 1444 pagava ogni anno un tributo al vescovo di Betlemme in Terrasanta, ma non sappiamo a quando risale il primo edificio eretto in questo luogo che potrebbe risalire a IX secolo oppure al tempo delle Crociate. In questo luogo il Maestro Albano Poli ha trascorso parte della sua infanziaLa chiesa ha uno splendido rosone lapideo cruciforme in facciata e monofore istoriate di navata di scarsa qualità e che non valorizzano la chiesa.
  4. La chiesa di Santa Toscana era un tempo la chiesa del Santo Sepolcro: era rievoca il luogo di sepoltura di Cristo. E’ una della chiese più antiche dell’itinerario della Minor Hierusalem e sorgeva vicino alla porta del Santo Sepolcro a partire dal 1037. I due rosoni sono realizzati a rulli con disposizione dei rulli esagonale (non perfettamente sovrapposti e con stellette triangolari).
  5. La chiesa di Santissima Trinità in Monte Oliveto ricorda il Monte degli Ulivi. ErettaSorge sul monte Oliveto, così chiamato per la presenza di Olivi e ricordava quindi il Monte degli Olivi a Gerusalemme. Anche questa chiesa si trova fuori dalle mura e come a Gerusalemme un torrente (in questo caso fiume, l’Adige) separa questo monte dal monte del Calvario (il monte Cavro). La bellissima architettura disegna numerose luci ma le vetrate non sembrano essere degne di nota.
  6. La chiesa dei Santi Siro e Libera rievoca l’ultima cena.Secondo la leggenda la prima messa celebrata a Verona fu celebrata qui da San Siro.  Nel 1517 questo luogo diviene sede di una Confraternità dedicata all’adorazione eucaristica. Anche in questo caso non sono presenti vetrate artistiche degne di nota e anzi sembra sia necessario un intervento di restauro.
  7. La chiesa di Santa Maria in Organo ricorda l’entrata di Gesù a Gerusalemme. All’interno di questa chiesa è custodita una scultura del XII-XIII secolo raffigurante Gesù in groppa all’asino che lo condusse a Gerusalemme. La leggenda vuole che all’interno di questa scultura in legno sia conservata la pelle dell’asino che effettivamente venne usato da Gesù. In questa chiesa le vetrate sono semplicemente a rettangoli di differenti colori.
  8. La chiesa di Sant’Elena rievoca il ritrovamento delle prime reliquie e quindi se vogliamo del primo pellegrinaggio Cristiano della Storia, il complesso ha origine nell’813, ma venne ricostruito interamente nel 1140 sorgendo sulle fondamenta di una basilica della prima metà del IV secolo, basilica coeva al periodo in cui era vescovo San Zeno. Anche in questo caso le vetrate artistiche sono molto semplici suddivise in grandi rettangoli.

Nonostante il titolo possa aver creato delle aspettative riguardo le vetrate artistiche di queste chiese, in realtà forse, in vista di una riproposta dell’itinerario (che abbiamo visto individua in queste chiese delle tappe importanti per il loro significato e il loro legame con la Maior Hierusalem), sarebbe il caso di metter mano a queste vetrate attraverso il restauro (anche delle chiese stesse), oppure attraverso la realizzazione di nuove vetrate artistiche (almeno una per sito) creando delle opere che esplichino questo legame e che siano il segno tangibile del filo invisibile che unisce queste chiese l’una all’altra: un progetto artistico che consolidi la visione della Minor Hierusalem e la faccia diventare una realtà visibile a chi decide di affrontare questo “piccolo pellegrinaggio”.

Inoltre la luce che entra in questi luoghi sacri è il mezzo attraverso il quale possiamo apprezzarne il contenuto artistico ed è giusto che sia adeguato a questo compito: potrebbe essere l’artista Albano Poli, veronese di nascita, già legato ad uno di questi luoghi e alla sua storia ma anche e soprattutto strettamente legato alla storia della città dove ancora oggi realizza le sue opere, a creare assieme alle rispettive figure di riferimento un progetto trasversale unico nel suo genere.

Vi lascio con il link al sito ufficiale dedicato: veronaminorhierusalem.it

Un’occasione per scoprire questi luoghi è sicuramente il festival biblico 2017 durante il quale presso Ponte Pietra è possibile ammirare l’ultima importante scultura bronzea realizzata dall’artista veronese Albano Poli.

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