Mosaico: la “vetrata artistica opaca”

4Non è difficile vedere il mosaico come una sorta di “vetrata artistica opaca”, vuoi per la storia del mosaico e della vetrata artistica che in diversi stili architettonici li hanno visti protagonisti indiscussi della decorazione e del colore all’interno delle chiese, vuoi per la similitudine tra queste due tecniche, forse difficile da vedere.

Innanzitutto il mosaico, come la vetrata artistica, è un insieme di tessere le cui dimensioni nel tempo sono cambiate di forma, dimensione e materiale. Ma la storia della tecnica (e non solo del materiale come abbiamo visto per il vetro), risale già al 3000 a.C come testimoniato dai reperti rinvenuti presso la città di Ur (famoso lo stendardo di Ur, un mosaico “portatile”), realizzati con coni d’argilla ma anche con tessere di lapislazzuli, madreperla, conchiglie, calcare rosso.

Anche in Egitto sono stati rinvenuti mosaici realizzati con coni di argilla risalenti al Terzo millennio Avanti Cristo e possiamo considerare opere musive anche le decorazioni dei sarcofagi rinvenute nella Valle dei Morti.

La storia del mosaico prosegue passando attraverso la civiltà minoico micenea che aveva iniziato ad utilizzarli al posto dei tappeti per poi arrivare al mondo greco dove l’apice viene raggiunto a Pella, città natale di Alessandro Magno, dove anche se con pochi colori vengono rappresentati animali e scene mitologiche e dove per la prima volta troviamo la firma dell’autore “Gnosis”.

Con l’avvento dell’Impero Romano e la sua espansione in Grecia e in Egitto, Roma fa propria questa tecnica che prende nuova vita e una nuova strada: differenti tipologie di opus sectile (tipo intarsio), opus tessellatum, opus vermiculatum (con tessere disposte in modo asimmetrico seguendo le figure) erano inizialmente considerati beni di lusso ed erano realizzati in modo molto curato mentre già verso il primo secolo avanti Cristo il mosaico era talmente diffuso che la qualità ne risentì.

Con la caduta dell’Impero Romano e gli influssi Bizantini, cambiano i gusti, gli stili me soprattutto vengono utilizzati nuovi materiali, come per esempio il vetro. I mosaici bizantini sono infatti spesso realizzati con materiali vetrosi, gli smalti, altra caratteristica che, se vogliamo, li avvicina alle vetrate artistiche. Prende piede l’utilizzo delle tessere vitree dorate in superficie e attraverso il medioevo vengono create opere incredibili come i mosaici di Ravenna o quelli delle volte della basilica di San Marco.

Da qui in poi la tecnica musiva non è sostanzialmente cambiata, e neanche i materiali utilizzati: ancora oggi Progetto Arte Poli realizza i propri mosaici con pietra, smalti e tessere di vetro dorate. Mentre in passato la dimensione delle tessere di marmo era indicativa del periodo storico oggi realizziamo mosaici con tessere di diverse dimensioni, sia piccola che grandi.

Progetto Arte Poli è riuscita inoltre a ricongiungere le strade della vetrata e del mosaico, non solo realizzando entrambe le lavorazioni in progetti coerenti di nuove chiese ma anche realizzando mosaici ad intarsio che come stile artistico riprendono quello della vetrata, realizzati sagomando ogni tessera ed apparendo a tutti gli effetti come vetrate artistiche capaci di vivere di luce riflessa anzichè di luce trasmessa.

Questi intarsi possono essere lisci, utilizzati per pavimentazioni, oppure su livelli diversi creando splendidi giochi di volume.

Anche i mosaici più tradizionali, attraverso disegni contemporanei e particolari sfumature sono opere uniche ed incredibilmente moderne utilizzate anche per valorizzare altri elementi o arredi liturgici.

Per scoprire i mosaici realizzati da Progetto Arte Poli visitate la nostra Galleria.

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