Il Crocifisso di San Damiano… in vetro

Prendere un’opera esistente e reinterpretarla o meglio trasformarla in qualcosa di diverso, amplificandone il significato e l’importanza, può essere una sfida interessante e appassionante. E’ questo quello che deve aver pensato anche il Maestro Albano Poli quando ha realizzato una riproduzione della croce di San Damiano interamente in vetro e soprattutto retroilluminato. La croce è divenuta una croce di luce, luce che ha messo in risalto tutti i suoi dettagli, i fregi e le piccole figure attorno al corpo di Cristo crocifisso.

Anche per questo progetto, che si discosta dall’arte astratta del maestro per divenire un superbo esercizio d’arte e tecnica vetraria, diversi artisti e artigiani hanno collaborato per ottenere questo superbo risultato. Dal taglio del vetro soffiato a bocca secondo le linee di legatura individuate dal Maestro Poli, all’incisione e rimozione della placcatura superficiale donando tridimensionalità alla superficie e consentendo di rispettare la colorazione originale senza compromessi.

La tramatura a tiffany infatti non appesantisce ma valorizza l’opera dando un senso di antico e tradizionale sovrapposto alla bellezza medievale dell’icona bizantina. Sì, icona perchè sulla superficie lignea originale come nell’opera realizzata nell’atelier artistico PROGETTO ARTE POLI, sono presenti scene estranee alla Risurrezione ma che ne esplicitano il significato liturgico: sopra la testa di un Cristo -sì crocifisso ma comunque glorioso, quasi accogliente- è raffigurata infatti Ascensione, tra dieci angeli e con la Mano di Dio benedicente posta sulla sommità.

A destra e sinistra del torso vediamo invece chi era veramente sotto la Croce: Maria e San Giovanni, Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e il centurione che disse “Questo è veramente il Figlio di Dio”. Sono i cinque testimoni maggiori che si contrappongono ai testimoni minori raffigurati in piccolo: Longino, il soldato che trafisse il costato di Cristo, Stephaton che gli porse la spugna imbevuta di aceto e infine l’autore stesso che molto probabilmente si è autoritratto nella scena, e la cui testa sporge sopra la spalla sinistra del primo centurione.

Alla base della Croce sarebbero state rappresentate sei figure che tradizionalmente identificano i patroni dell’Umbria: : san Giovanni apostolo, san Michele, san Rufino, san Giovanni il Battista, san Pietro e san Paolo. Purtroppo questa parte dell’opera è gravemente danneggiata e alcune figure non sono piu visibili.

Infine le schere angeliche, non piu quelle dell’ascensione bensì quelle che partecipano alla crocifissione e che sono poste sia sul braccio destro che sinistro della croce.

Concludiamo con qualche ulteriori considerazione riguardo questa nuova opera: sono molte le riproduzioni più o meno fedeli del Crocifisso di San Damiano, solitamente in legno, che cercano di raffigurare quasi troppo fedelmente l’opera originale sacrificando l’artigianalità, la manualità, finanche la fede che traspare dall’opera originale. L’opera di Progetto Arte Poli, eseguita a mano proprio come in antichità, seppure con una tecnica completamente diversa e senza alcuna pretesa di essere una copia fedelissima, è riuscita a presevare invece tutti questi aspetti: osservando questa Croce non solo ne percepiamo l’autentico valore liturgico che ci raggiunge con la sua luce diretta, trasmessa e non riflessa, ma percepiamo anche l’elevatissima qualità e valore dell’opera, lo stesso tipo di valore che doveva aver percepito chi vide per la prima volta l’originale croce bizantina quando arrivò in Italia.

L’importanza di questa croce e la sua fama accrebbe nei secoli anche grazie alla figura di San Francesco d’Assisi, è proprio questa infatti la croce davanti a cui il santo pregava quando ricevette la richiesta da parte di cristo di “riparare la sua Casa”. Ora la croce originale si trova presso la basilica di Santa Croce a Firenze dove le Suore Clarisse l’hanno portata trasferendovisi, mentre nell’originale chiesa di San Damiano di Assisi è stata collocata una copia.

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