L’interpretazione della luce

Progetto Arte Poli
Progetto Arte Poli è un atelier artistico nato dall’esperienza di oltre 60 anni di attività del Maestro Albano Poli, artista veronese. L’atelier con sede a Verona, nasce come vetreria artistica per poi evolvere in qualcosa di unico: un laboratorio creativo che annovera artigiani e giovani artisti formatisi nelle più importanti scuole di settore italiane, che realizzano oltre alle vetrate anche opere in mosaico, bronzo, marmo e legno. Una realtà unica in Italia che porta avanti contemporaneamente svariate specializzazioni artistiche, non solo in base al diverso materiale utilizzato, ma anche alle numerose tecniche: dalla scultura all’affresco, dal metallo battuto alla fusione a cera persa, dall’intarsio alla scultura manuale. Tutto questo in percorso di ricerca e sperimentazione continua di nuove tecniche e tecnologie, nel pieno il rispetto per le tecniche tradizionali.

Il significato della luce nell’architettura sacra
Il 2015 è stato l’anno della luce, tanto che anche al Convegno Liturgico Ecumenico internazionale di Bose il tema trattato è proprio quello della Luce, legato come ogni anno alla Liturgia e quindi all’Architettura Sacra. La luce, carica di suo significato, non è solo un mezzo che ci consente di frequentare un ambiente, di interagire con l’architettura e con gli altri fedeli, ma è oggetto della liturgia stessa, metafora del divino al quale l’uomo naturalmente tende, diversamente coniugata negli elementi dell’ambiente sacro per trasmetterne la complessa simbologia. La vetrata artistica è uno di questi elementi sinergici, quello che meglio incarna la duplice natura della luce, contemporaneamente messaggio e messaggero: la vetrata artistica non è una semplice opera, come lo può essere una tela o una scultura, la vetrata è un filtro tra ambiente esterno e ambiente sacro, che riesce a rendere sacra la luce stessa e creare quindi la giusta atmosfera per questo luogo. Il Maestro vetratista, per mezzo del vetro, crea con la luce, modellata e scolpita dagli ossidi d’oro, modellata dalle imperfezioni uniche del vetro soffiato a bocca: la luce è la tela sulla quale, con una tavolozza fatta di infinite possibili diverse lastre di vetro, l’artista crea qualcosa di unico, un’opera che è cangiante nel tempo scandito dal giorno e dalle stagioni, coinvolgente e interattiva, che ci illumina, ci bagna dei suoi colori, che riesce a toccarci e attraverso questo tocco comunicare il suo significato. Se un dipinto può essere visto come una finestra su ciò che l’artista vuole farci vedere, riproducendo con la luce riflessa una tridimensionalità esterna, allora la vetrata artistica può essere vista, invece, come un’opera che, grazie alla luce trasmessa, riesce a creare una tridimensionalità interna e sovrapposta all’ambiente, intima e personale, una prospettiva che si genera nel tempo anzichè nello spazio.

Domanda e Risposta nel Sacro
Per capire pienamente questa “filosofia” della vetrata, sia in ambito sacro che non-sacro, dobbiamo comprendere quale sia la richiesta, cioè qual’è il fine della vetrata, quali sono gli obiettivi e come vengono raggiunti. Nell’ambito sacro la richiesta della committenza è la realizzazione di qualcosa di unico, che sappia creare la giusta atmosfera e il giusto raccoglimento, che riesca a comunicare un messaggio sacro ben definito, che entri a far parte della liturgia, deve essere qualcosa non semplicemente ed esteticamente bella, deve essere Arte, deve essere il riflesso di una realtà poliedrica, fatta di storia, di cultura, tradizione, un’immagine che renda visibile ciò che è invisibile, un messaggio che guidi alla comprensione di ciò che è essenziale. La vetrata artistica deve spesso confrontarsi con l’arte preesistente presente all’interno del luogo sacro, oppure valorizzare una nuova chiesa, sfide che vengono affrontate dal committente, dall’artista, dal vetratista, per realizzare assieme e sinergicamente un’opera che funzioni e che riesca in tutto questo senza essere svincolata o indipendenze, ma fortemente legata al luogo e alla comunità.

Elementi comuni e Differenze
Ovviamente nell’ambito non-sacro la richiesta non è la stessa: alcuni aspetti restano, altri cambiano, altri scompaiono completamente. Anche nell’architettura d’interni rimane la funzione principale di filtro della luce esterna, rimane anche l’intenzione di creare una particolare atmosfera, ma non più di raccoglimento e sacralità, bensì di calore e accoglienza, specialmente nel caso di abitazioni o ambienti pubblici. Il messaggio e l’intenzione possono infatti essere svariati, a seconda del contesto, della personalità o dello stile e per questo motivo, ancor più che nel settore sacro, è necessario comprendere pienamente l’idea del committente. Resta invariata anche la materia prima, il vetro soffiato a bocca, imprescindibile per realizzare vetrate e opere di arredo di altissima qualità, ma la scelta dei colori, la loro intensità e tonalità, sarà ovviamente diversa: non sarà più possibile utilizzare colori troppo forti o accesi che rischiano di essere invadenti e impediscono una variazione dell’atmosfera in base all’utilizzo dell’ambiente. Se infatti per il luogo sacro vi è una particolare attenzione al mantenimento di un’atmosfera di raccoglimento, l’ambiente non-sacro si presta a molteplici utilizzi e molteplici differenti possibili atmosfere: la vetrata artistica, per questo, dovrà essere in armonia con l’arredo e con le luci artificiali, adatta per qualsiasi occasione. Un discorso a parte deve essere fatto per le vetrate di separazione di due ambienti che, invece, non illuminate dalla luce esterna possono essere realizzate con colori più accesi e diventare vere e proprie opere d’arte in grado cambiare radicalmente l’arredo.

L’interpretazione della luce nell’arredo non-sacro
Quando l’artista diventa designer senza per questo venir meno al suo carattere e alla sua personalità, semplicemente ha compreso con chiarezza quali siano ora le nuove priorità: l’opera pur sempre unica non sarà espressione di una grande comunità ma di un nucleo familiare; l’opera non cercherà di separare l’ambiente interno da quello esterno come due cose ben distinte, anzi, cercherà di portare qualcosa dell’esterno all’interno, rievocando elementi naturalistici e paesaggistici altrimenti invisibili, con il potere di ricontestualizzare senza nascondere e senza illudere come potrebbe fare un trompe l’oeil.
Ed ecco dunque che l’Albero della Vita diviene un semplice albero sotto il quale riposare, non più verde ma bianco e discreto accompagnatore della vita trascorsa tra le mura domestiche, un elemento che diventerà costante nei ricordi dell’infanzia o dei momenti felici, come un marchio, un simbolo, una firma che ci ricorderà dove eravamo o dove siamo. Oppure il mare, spogliato di tutto il suo simbolismo tornare ad essere semplicemente mare, più chiaro e luminoso, come un ricordo che riesce a rievocare profumi e sapori, magari ricordandoci che, anche se non lo vediamo, ogni giorno è lì vicino a noi e rende la nostra città e con lei anche la nostra casa, veramente speciale. Ma anche il nostro ristorante, o un evento come è stata Expo 2005: il messaggio che si vuole trasmettere è spesso una manifestazione di identità, un’opera che risponde velocemente alle domande dell’ospite, del cliente o del visitatore: dove sono? Chi vive o chi lavora qui? Una risposta immediata, che raggiunge il cuore con la velocità delle immagini, che sorprende con i colori del vetro soffiato, una risposta di vetro dal grandissimo valore e che dà ancora più valore.

Un’ultima considerazione va fatta sul rapporto tra vetro/vetrata e luce artificiale che nel settore non-sacro trova un più ampio spazio interpretativo. Proprio il Maestro Albano Poli negli anni sessanta-settanta, comprendendo questo, è riuscito a creare oggetti d’arredo fatti di luce e vetro, unici per stile, artisticità ed abilità artigianale, cercando a volte di valorizzare la bellezza del vetro soffiato, altre volte la bellezza della luce. Opere il cui valore aumenta nel tempo e che hanno fatto la storia dell’arredamento di interni, opere ispirate e che ispirano anche lo stesso Maestro, ancor oggi, nella realizzazione di qualcosa di sempre nuovo e innovativo.

Conclusioni
Concludo questo breve intervento, facendo notare che molto si potrebbe dire del vetro e della sua applicazione artistica in ogni settore. Il vetro è un materiale incredibile nella sua chimica, nelle sue proprietà fisiche, un liquido-solido che nei secoli siamo riusciti a padroneggiare con maestria fino a raggiungere risultati dei quali possiamo comprendere il grande valore solo quando la luce del sole vi passa attraverso e raggiunge i nostri occhi. Un materiale versatile che si presta ad un’infinità di possibili lavorazioni e combinazioni: tutto questo, che abbiamo cercato di chiarire e palesare attraverso parole e immagini, è sicuramente una piccola parte di questo mondo colorato, visto attraverso gli occhi dell’arte e della storia di una particolare realtà aziendale, che vede le sue fondamenta proprio nella lavorazione del vetro soffiato a bocca, nella tradizione italiana ed europea della sua lavorazione. Spero vivamente che questa piccola finestra su un mondo veramente sconfinato vi abbia consentito di vederlo con occhi diversi, o forse di scoprirlo per la prima volta, e spero vi consenta di guardare con occhi e cuore nuovi le prossime opere che, in un tempio o in una casa, con il loro colore e la loro luce vibrante riescono a cambiare ciò che sta fuori e ciò che sta dentro di noi.

Abstract

“Presentazione della realtà Progetto Arte Poli come unicum italiano con esperienza pluridecennale nell’ambito della realizzazione di vetrate in ambito sacro che nel difficile contesto storico contemporaneo è riuscita ad esportare il linguaggio della vetrata artistica contemporanea nella realizzazione di opere di arredo, innovando il settore dell’ architettura d’interni sia in Italia che all’estero, in ambito pubblico e privato. La realizzazione di un’opera artistica in base alla richiesta del committente non è mera trasformazione del vetro soffiato ma interpretazione artistica della luce che diviene materia prima nelle mani dell’artista. Il vetro soffiato è lo strumento, il pennello e lo scalpello che consentono all’artista di rendere la luce colorata e vibrante, di realizzare opere sempre cangianti poichè filtro della comunicazione continua tra ambiente esterno ed interno, tra natura e uomo, tra Creato e fedele.”

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