Vetro di Murano: la storia e il problema

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Qualche giorno fa, sentendo che avevo vissuto 10 anni a Venezia, dei nuovi amici mi chiesero cosa ne pensassi della situazione a Murano, del vetro cinese e del problema che ha portato nel mercato delle opere in vetro soffiato.

Dopo 10 anni di lavoro nel settore delle vetrate artistiche penso di essermi fatto un’idea di quale potrebbe essere il problema del vetro di Murano, ma andiamo con ordine.

Cenni Storici

L’arte del vetro a murano viene perfezionata nel 1300 circa ma i primi documenti che parlano di artisti Venezia risalgono alla fine del primo secolo. Preservano e migliorano la tecnica del vetro romano e dall’oriente acquisiscono la ricetta del vetro sodico che si presta per essere lavorato a caldo e, attraverso scelte di stile, differenti colorazioni ma soprattutto il commercio in cui il vetro rivestirà un ruolo di primaria importanza, Venezia diviene ben presto la città del vetro soffiato.

Una delle strategie che hanno garantito un vero e proprio monopolio alla Serenissima è sicuramente quella di spostare tutte le maestranze nell’isola di Murano (inizialmente per limitare a quell’isola eventuali incendi) e di tenere nella massima segretezza ricette e tecniche che consentivano di ottenere un certo tipo di forme e colorazioni, che diedero all’arte vetraria della repubblica veneziana il predominio su tutte le altre maestranze, italiane ed europee.

Alcune fornaci sono dirette discendenti delle fornaci che a quel tempo vennero trasferite o aperte a Murano. Alla fine del 1500 una persona su tre a Venezia lavorava o aveva a che fare con questo settore. Per secoli ha inventato e governato tecniche molto particolari che ancora oggi vengono utilizzate per realizzare le opere in “Vetro di Murano”.

Nonostante la volontà di mantenere la segretezza e il monopolio, inevitabilmente (probabilmente anche per la grande richiesta del vetro veneziano) nel 1600 c’è la prima grande crisi a causa della nascita di nuovi centri di produzione all’estero aperti da vetrai muranesi espatriati o grazie all’acquisizione del “know-how”: prende piede il cristallo di boemia e Venezia si ritrova ad inseguire ed imitare l’oggettistica realizzata con questo materiale.

Nel settecento grazie all’appropriazione della tecnica del cristallo di boemia e alla realizzazione di nuove colorazioni e decorazioni Venezia torna ad essere protagonista: gli artisti vetrai realizzano opere uniche e ricercate, e lo specchio incorniciato con cornice in vetro di Murano.

Nell’ottocento dopo la caduta della repubblica c’è la seconda grande Crisi e la manifattura veneziana subisce pesantemente la concorrenza della Boemia, Stiria e Carinzia. Solo con l’annessione del veneto all’Italia nella seconda metà del secolo la produzione muranese torna a splendere anche grazie a maestri artigiani che nuovamente innovarono attraverso la rilettura delle tecniche settecentesche e la sensibilità artistica.

Nel 900 infine nascono i grandi nomi del vetro muranese che conosciamo ancora oggi, con una produzione interrotta solo dalle due grandi guerre: ricordiamo tra tutti Venini, Bellotto, Seguso.

Oggi

Arriviamo così ai giorni nostri e alla nascita del marchio “Vetro artistico di Murano” che cerca di tutelare gli artigiani dell’isola dalle imitazioni cinesi: il marchio può essere dato solo a chi lavora un particolare Tipo di vetro (una specifica ricetta) e lo lavora nell’isola di Murano

“Sono tutelati i manufatti in vetro prodotti nell’isola di Murano secondo criteri artistici e produttivi che, ancorchè innovativi, rispettino la tradizione muranese” leggiamo nel sito ufficiale della Regione Veneto. Questo però non ha fermato la crisi che negli ultimi anni affligge il settore: l’economia di Venezia si basa sul turismo e sono i turisti che per primi non riescono a distinguere un’opera in vetro di Murano da una realizzata in Cina a basso costo. Scoprire la composizione del vetro di murano non è un’impresa impossibile al giorno d’oggi, anzi, e le lavorazioni più semplici di oggettistica minore e perle sono facilmente realizzabili anche da artigiani inesperti.

Qual’è il problema dunque?

  • Che Murano non innova più come fece in passato per superare la crisi di un mercato che comunque è sempre in evoluzione, o perlomeno eventuali innovazioni si limitano alle opere di grandi artisti.
  • Che se il marchio tutela solo le fornaci muranesi e queste non riescono a sostenere la richiesta, gli artigiani italiani che comunque porterebbero avanti la tradizione di quest’arte (magari dopo aver fatto una gavetta proprio a Murano) ma fuori dall’isola, a parità di assenza del marchio si ritrovano a concorrere con prodotti cinesi dal costo bassissimo
  • Il marchio non impedisce a chiunque di vendere a Venezia vetro non di Murano: prolificano negozietti che spacciano ai turisti ricordi in vetro di Murano (ma non solo, anche maschere veneziane che veneziane non sono): la tutela è quindi limitata, specialmente se non c’è una continua informazione del turista sul marchio e sulla provenienza del vetro che sta acquistando
  • La maggior parte dei prodotti che escono dalle fornaci hanno un bassissimo valore artistico e al tempo stesso per realizzarli non è necessaria una grande abilità artigianale sebbene esistano delle importanti eccezioni
  • La crisi economica generale che incide anche in questo settore e che, ad oggi, non ha visto alcuna ripresa

In Germania ci sono aziende che producono vetro soffiato e che non hanno bisogno di alcun marchio se non quello del loro Brand per dimostrare l’altissima qualità del vetro. La tecnica per realizzarlo è difficilmente esportabile e difficilmente può essere fatta a basso costo. Ma soprattutto è la collaborazione con grandi artisti  a creare un circolo virtuoso che protegge questa manifattura e il suo mercato nonostante la crisi. Forse è un azzardo affermare che la produzione Lamberts potrebbe derivare dai maestri muranesi emigrati in Germania nell’800 (infatti l’azienda nasce nel 1906) ma potremmo non essere molto distanti dalla verità. Sicuramente sono riusciti dove i vetratisti muranesi hanno fallito: mantenere un quasi-monopoli della lavorazione del vetro soffiato in lastra essendo uno dei tre produttori di vetro soffiato piano in lastra al mondo. E’ per questo motivo che Progetto Arte Poli utilizza quasi esclusivamente vetro soffiato Lamberts per le sue produzioni: materia prima di altissima qualità, inimitabile e realizzata come nell’antica tradizione vetraria.

Forse la soluzione (o il consiglio) è che i vetratisti muranesi tornino, come accadeva un tempo, a realizzare opere che solo loro sono in grado di fare, imparando dalla storia che li ha reso Venezia la città del Vetro soffiato e lavorato artisticamente.

 

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