La Grisaglia: pigmento di vetro

Assieme alle prime vetrate istoriate, con la necessità di rendere le figure rappresentate più espressive, dettagliate, e di impreziosirle creando disegni altrimenti impossibili con il solo vetro e la sola legatura, assieme alle grandi vetrate gotiche francesi è nata la Grisaglia (dal francese “grisaille”).

I vetratisti, e con loro artisti capaci, avevano bisogno di una sostanza adatta a dipingere sulla superficie di vetro ma soprattutto resistente al tempo tanto quanto il vetro. La soluzione fu trovata nel vetro stesso, un vetro scuro che finemente tritato prendesse il posto delle terre naturali normalmente utilizzate nei dipinti su tela.

Il vetro dipinto sarebbe stato successivamente riscaldato in modo che il vetro fondesse e il vetro soffiato rammollisse in superficie (il vetro tritato doveva avere un punto di fusione a temperature più basse) fondendo irreversibilmente la decorazione.

Si decise, probabilmente dopo numerose prove, di utilizzare del vetro di scarto con un’alta quantità di Piombo (elemento bassofondente, cioè che abbassa il punto di fusione del vetro): vennero presi dei vecchi rosari di vetro non più utilizzati e realizzati con questo tipo di vetro, le perle già di piccole dimensioni e realizzate con questo tipo di vetro erano facili da frantumare ed il vetro era abbastanza scuro. La polvere ottenuta venne stemperata nell’albume o nell’olio ottenendo rispettivamente una tempera o un colore ad olio facili da utilizzare per dipingere la decorazione.

Una volta collocate le tessere decorate nel forno, la componente organica (olio o albume) si carbonizza scompare nel vetro a piombo che fondendo letteralmente si mescola alla superficie del vetro soffiato. Nella fase di raffreddamento, che deve avvenire lentamente per non creare fratture nella grisaglia e successivo distacco della decorazione, il vetro torna nello stato solido e le tessere vitree sono pronte per la legatura.

Nei secoli questa tecnica è rimasta praticamente immutata, fino alla scoperta della tossicità delle polveri di vetro al piombo che causavano saturnismo (cioè avvelenamento da piombo oggi curabile mediante “lavaggi” del sangue con soluzioni di una sostanza legante come l’EDTA). Il vetro al piombo è stato così sostituito da altre sostanze bassofondenti, come il Borace, mescolate a pigmenti ottenendo una grisaglia opaca, oppure unite a coloranti per una grisaglia trasparente.

Se inizialmente la grisaglia aveva solo la colorazione marrone scuro e successivamente nera, oggi le colorazioni sono molteplici e consentono di ottenere effetti artistici molto particolari. In passato solo il giallo e il rosa erano le colorazioni che aiutavano a realizzare le istoriazioni ed in entrambi i casi venivano realizzati sulla faccia opposta della tessera vitrea.

La grisaglia oggi consente di ottenere preziose vetrate classiche di incredibile bellezza ma anche splendide vetrate di arte contemporanea dove il colore del vetro soffiato si mescola a quello della grisaglia, ne è valorizzato ed esaltato.

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3 risposte a “La Grisaglia: pigmento di vetro

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