Il Collage: tecniche di legatura “invisibile”

Vetrata a Collage e incisioneCi capita sempre più spesso, osservando una vetrata artistica contemporanea di non vedere alcuna linea nera di separazione tra una tessera e l’altra. Dove è finita la legatura? Come fanno a sostenersi le tessere? La risposta è abbastanza intuitiva e spontanea: devono essere incollate in qualche modo. Questa è la tecnica del Collage, o forse, per essere più precisi, LE tecniche.

Sì, perché questo espediente moderno, non essendo legato ad alcuna tradizione, sfrutta la tecnica più adatta al contesto, alle dimensioni, alla sicurezza richiesta e all’effetto che si vuole ottenere, al passo con le ultime tecnologie disponibili. Differenti tipi di colle, dalle resine acriliche a quelle siliconiche o epossidiche, si danno battaglia in un’arena difficile, fatta di superfici irregolari, legature insidiose o anche del semplice confronto con l’imprescindibile gravità. Ma andiamo con ordine e vediamo caso per caso.

Quando scegliamo di realizzare una vetrata artistica a Collage lo possiamo fare per diversi motivi:

  • Rispettare un bozzetto artistico non propriamente pensato per essere una vetrata artistica che non ha linee nere definite
  • Realizzare una vetrata artistica dal carattere astratto contemporaneo
  • Realizzare un’opera “sospesa” al centro di una superficie di vetro trasparente
  • Realizzare una vetrata dove sia possibile toccare il vetro soffiato in sicurezza e movimentabile in sicurezza
  • Realizzare una vetrata artistica con vetro soffiato ma fissata alla muratura con pinze e senza telaio
  • Realizzare una vetrata artistica in sicurezza anche quando lo spazio a disposizione (per esempio lo spessore del telaio è molto ridotto)

Le potenzialità di questa tecnica sono infinite e migliorano con il migliorare delle tecnologie a disposizione:

  • Resine acriliche sono poco adatte a questo tipo di lavorazione, anche se sono le più usate nelle vetrerie per incollare tra loro tessere di vetro (sia nell’ambito del restauro che non). Solitamente queste resine sono ad indurimento UV (solidificano solo se sottoposte ad irraggiamento UV con lampade apposite continuando il processo quando esposte al sole). Ad ogni modo anche per il collage potrebbero rivelarsi molto utili.
  • Resine epossidiche, solitamente bicomponenti. Probabilmente le più usate anche se in alcuni casi non propriamente salutari perché contenenti sostanze volatili leggermente tossiche (ma ovviamente basta prendere le dovute precauzioni). Inizialmente molto liquide vengono letteralmente versate tra il cristallo di supporto e il vetro soffiato (in verticale per poi stendere la vetrata in orizzontale e far si che la resina ricopra tutta la superficie). Non si presta a resinature parziali ma solo dell’intera vetrata e con particolari accorgimenti può essere usata anche per accoppiare vetrate legate a piombo o tiffany. Bisogna fare attenzione al riscaldamento iniziale della resina e alla formazione di bolle, utilizzando sempre la quantità di resina giusta per quella determinata superficie (meglio un po’ in eccesso per scongiurare la formazione di vuoti).
  • Resine siliconiche: ultime arrivate nella famiglia dei polimeri utilizzati per la resinatura/stratificazione (in inglese anche detta “lamination“) hanno dato la possibilità di incollare le tessere di vetro anche solo su porzioni del vetro di supporto, lasciando libero il resto della vetrata (grazie al primer, senza il quale la resina siliconica non aderisce al vetro). Molto viscose vengono stese sul supporto orizzontale e poi su questo vengono collocate le singole tessere. Altri vantaggi delle resine siliconiche sono sicuramente l’elevata trasparenza che non altera il colore del vetro soffiato e l’elasticità che riduce la possibilità di frattura delle tesser vitree a causa degli sbalzi termici
  • PVB/EVA, solitamente utilizzato per la stratificazione del vetro piano, se usato in più strati e con gli opportuni accorgimenti di disposizione nel forno di laminazione e di ciclo di temperatura utilizzato, si è rivelato un sistema estremamente pratico e veloce. Basta infatti collocare le pellicole sopra il cristallo di supporto e sopra queste le tessere fissando il tutto con nastro adesivo traspirante. Dopo il ciclo di riscaldamento e raffreddamento la cosa più difficoltosa sarà rimuovere gli eccessi di pvb/eva.
  • Silicone: se avete la possibilità di inserire la vetrata in vetrocamera (thermopan) allora questa tecnica è il giusto compromesso tra libertà espressiva e praticità. Ogni tessera di vetro è unita alle adiacenti da un sottile strato di silicone facente funzione di legatura. La vetrata così realizzata viene chiusa perimetralmente in un piombo speciale per vetrocamera ed inserita (vedremo in seguito i vantaggi del vetrocamera). Interessante l’utilizzo di un silicone nero/opaco per vetrate con vetri soffiati scuri e silicone cristallino per vetri soffiati chiari, accorgimento che consente di avere in ogni caso una legatura invisibile. Con alcuni accorgimenti è possibile realizzare anche applicazioni isolate applicando il silicone con maestria artigianale sul perimetro della tessera vitrea (vedi foto).

Come vi sarà possibile vedere nelle numerose foto di vetrate realizzate a Collage dal Maestro Albano Poli, le possibili applicazioni sono infinite, sia a carattere sacro che privato, lasciando all’arte e all’immaginazione il compito di creare qualcosa di unico e sicuramente sorprendente.

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4 risposte a “Il Collage: tecniche di legatura “invisibile”

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